PALERMO - Grandi Opere “Dobbiamo evitare quello che è successo nel passato, anche nel mondo delle cooperative, e ampiamente denunciato sia da Pio La Torre che dall’attuale presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, Enrico Bini: lo scambio di favori per l’apertura di mercati tra il Nord e il Sud, tra imprese colluse con la mafia siciliana e la ‘ndrangheta calabrese. Non basta firmare protocolli di legalità. Dobbiamo garantire, con regole certe e controlli nell’assegnazione dei lavori, le imprese sane introducendo in tempi brevissimi delle procedure di assegnazione il più trasparenti possibile”.
Lo afferma l’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, agganciandosi all’appello lanciato da Pierangela Graceffa, vice presidente di Confindustria Agrigento, a proposito del rischio di infiltrazioni mafiose nella realizzazione di due grandi infrastrutture, il raddoppio della strada 640 Porto Empedocle-Caltanissetta e il rigassificatore di Porto Empedocle.
Il rischio c’è e secondo Venturi occorre, da subito, lavorare per modificare “alcune procedure riguardanti i subappalti per questa tipologia di opere al fine di evitare gli eccessivi ribassi effettuati durante le selezioni, che portano a ridurre le misure di sicurezza, a lavorare in fretta per realizzare l’opera nel minore tempo possibile, e talvolta anche al fallimento delle imprese sane medie e piccole”.
In un territorio come la Sicilia, pervaso dalla criminalità organizzata che da anni controlla buona parte degli appalti pubblici con un sistema reticolare di imprese compiacenti, la realizzazione delle infrastrutture strategiche rappresenta un grande affare per le famiglie mafiose.
“Dalle ultime indagini della magistratura - sostiene - si evince un grande interesse delle imprese colluse per le gare di appalto che si svolgeranno a breve con l’intento di aggiudicarsi buona parte dei subappalti. Per questa ragione chiederò un confronto con la giunta di governo, il governo nazionale e le associazioni di categoria – annuncia - per garantire più controlli nell’assegnazione dei lavori ai subaffidatari e ai subappaltatori. Dobbiamo evitare – prosegue - durante la ripartizione dei lavori una distorsione del mercato poiché il rischio è che molte imprese colluse con il sistema mafioso, disponendo di abbondante liquidità finanziaria e di manodopera in nero, possano effettuare nelle trattative con il general contractor ribassi anomali a scapito delle sane piccole e medie imprese”.
“Io lavorerò per introdurre delle norme di salvaguardia della concorrenza - spiega - ed impedire ai general contractor, formati da grandi gruppi industriali e di capitale, di avere delle deroghe sulle leggi regionali. Perché offrire loro, per le grandi opere strategiche, la possibilità di praticare ribassi sul prezziario regionale dal 40% al 50% e imponendo a loro volta, alle imprese subappaltatrici che saranno scelte sul territorio regionale, il 40% di sconto sul prezzo già ridotto dalle singole voci del prezzario, genera conseguenze negative per i settori dell’edilizia e dei servizi in termini di qualità delle opere, di sicurezza e di ricchezza del territorio. I general contractor non possono divorare il mercato delle imprese siciliane di costruzioni e dei servizi. Con il loro arrivo il rischio è di estromettere dal mercato migliaia di piccole e medie imprese o di farle cessare di operare ingoiando e perturbando tutto il mercato delle opere pubbliche. In una filiera così disarticolata - conclude - sono necessari, per il rispetto delle regole e per una concorrenza leale, maggiori controlli degli organi preposti ed una maggiore attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine per evitare infiltrazioni mafiose”.
Lo afferma l’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, agganciandosi all’appello lanciato da Pierangela Graceffa, vice presidente di Confindustria Agrigento, a proposito del rischio di infiltrazioni mafiose nella realizzazione di due grandi infrastrutture, il raddoppio della strada 640 Porto Empedocle-Caltanissetta e il rigassificatore di Porto Empedocle.
Il rischio c’è e secondo Venturi occorre, da subito, lavorare per modificare “alcune procedure riguardanti i subappalti per questa tipologia di opere al fine di evitare gli eccessivi ribassi effettuati durante le selezioni, che portano a ridurre le misure di sicurezza, a lavorare in fretta per realizzare l’opera nel minore tempo possibile, e talvolta anche al fallimento delle imprese sane medie e piccole”.
In un territorio come la Sicilia, pervaso dalla criminalità organizzata che da anni controlla buona parte degli appalti pubblici con un sistema reticolare di imprese compiacenti, la realizzazione delle infrastrutture strategiche rappresenta un grande affare per le famiglie mafiose.
“Dalle ultime indagini della magistratura - sostiene - si evince un grande interesse delle imprese colluse per le gare di appalto che si svolgeranno a breve con l’intento di aggiudicarsi buona parte dei subappalti. Per questa ragione chiederò un confronto con la giunta di governo, il governo nazionale e le associazioni di categoria – annuncia - per garantire più controlli nell’assegnazione dei lavori ai subaffidatari e ai subappaltatori. Dobbiamo evitare – prosegue - durante la ripartizione dei lavori una distorsione del mercato poiché il rischio è che molte imprese colluse con il sistema mafioso, disponendo di abbondante liquidità finanziaria e di manodopera in nero, possano effettuare nelle trattative con il general contractor ribassi anomali a scapito delle sane piccole e medie imprese”.
“Io lavorerò per introdurre delle norme di salvaguardia della concorrenza - spiega - ed impedire ai general contractor, formati da grandi gruppi industriali e di capitale, di avere delle deroghe sulle leggi regionali. Perché offrire loro, per le grandi opere strategiche, la possibilità di praticare ribassi sul prezziario regionale dal 40% al 50% e imponendo a loro volta, alle imprese subappaltatrici che saranno scelte sul territorio regionale, il 40% di sconto sul prezzo già ridotto dalle singole voci del prezzario, genera conseguenze negative per i settori dell’edilizia e dei servizi in termini di qualità delle opere, di sicurezza e di ricchezza del territorio. I general contractor non possono divorare il mercato delle imprese siciliane di costruzioni e dei servizi. Con il loro arrivo il rischio è di estromettere dal mercato migliaia di piccole e medie imprese o di farle cessare di operare ingoiando e perturbando tutto il mercato delle opere pubbliche. In una filiera così disarticolata - conclude - sono necessari, per il rispetto delle regole e per una concorrenza leale, maggiori controlli degli organi preposti ed una maggiore attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine per evitare infiltrazioni mafiose”.
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