Si è concluso con un rinvio alle ipotetiche decisioni dell’assessore regionale agli Enti Locali l’accesa discussione sulle quote a carico delle famiglie per gli studenti pendolari di Pozzallo. Si andrà a Palermo in delegazione (1 studente, 1 genitore, il sindaco) per chiedere che la Regione copra l’intero costo. Si è scelto insomma una strada tortuosa che non potrà portare da alcuna parte; non credo che sia possibile che a Palermo la Regione senza soldi, con mille debiti, possa creare un precedente che aprirebbe contenzioso con tutti i Comuni che sono affamati di soldi. Oggi, è bene ricordarlo, la Regione finanzia al 100 per cento solo i comuni con meno di 10.000 abitanti. Per gli altri c’è una residua somma da spartirsi e che di solito corrisponde a circa il 30% delle somme occorrenti. Di fronte al sicuro no dell’assessore regionale agli EE.LL. cosa accadrà???? La demagogia di molti ragazzi strumentalizzati politicamente da un ottuso PD, l’antisulsentismo che copia quell’antiberlusconismo che caratterizza tutta la politica della sinistra e che gli crea consensi per reazione, ha prodotto un topolino senza senso. Non conosco le capacità politiche e dialettiche dell’assessore Chinnici, al cui posto io darei una sola risposta: mi impegno perchè a Pozzallo non ci siano più 700 pendolari e interverrò per fare aprire a Pozzallo le scuole che mancano. Proprio così, perchè si è parlato nell’assemblea di tutto, si è litigato su chi froda il fisco e produce false dichiarazioni, si è invocato il diritto allo studio a proposito e soprattutto a sproposito confondendo il diritto allo studio con il diritto a viaggiare gratis, ma non si è detta l’unica cosa seria da dire: vogliamo a Pozzallo tutte le scuole per ridurre i pendolari a 100. In effetti creare il linguistico, uno o due sezioni staccate dello psicopedagogico e dell’alberghiero ed un secondo professionale, visto tra l’altro la riforma che sta per partire e che fermerà chi va all’IPSIA e all’Industriale, ridurebbe i pendolari ai soli studenti del classico e dell’artistico, a meno di 100 e lo stato ed il comune non avrebbero alcun aggravio dall’apertura delle nuove sezioni a Pozzallo, anzi il comune economicamente recupererenne tutte le somme che i nostri pendolari spendono fuori sede. Questa è l’unica cosa seria da chiedere: dotare Pozzallo di tutti i corsi che vedono almeno 20 studenti frequentanti a Modica, Ispica o Ragusa. sarebbe l’unica scelta seria, giusta, che lenirebbe i disagi per le famiglie, per gli studenti, che eviterebbe depauperamento di risorse sottratte al comune ed a tutta la comunità pozzallese. E’ una strada che non si vuole perseguire. Spesso ascolto discorsi assurdi di molti genitori: “mando a Modica mio figlio così non usa il motorino perchè restando a Pozzallo andrebbe a scuola con il motorino”. Se questo è un ragionamento, lascio decidere ai lettori. A Pozzallo è invalso tra i tanti diritti (si badi bene a Pozzallo esiste solo la parola diritto perchè la parola dovere nel nostro comune è stata cancellata dal dizionario) c’è quello di consentire ai figli di 13 anni di andare a divertirsi al mattino nei comuni vicini e guai a toccare questo diritto. Non importa se i ragazzi devono alzarsi un’ora prima, se devono tornare tardi da scuola, se al pomeriggio non possono seguire tutte le attività didattiche, se senza controllo fuori paese bigiano la scuola e frequentano pessime compagnie. Conta solo il diritto del tredicenne di uscire da casa e andarsene fuori paese. Questo diritto risale agli anni 90 e viene mantenuto e foraggiato dalla sinistra. Mi dicono che si chiama diritto di scelta del corso di studi. Così è stato detto in consiglio comunale da chi ritiene che le idee siano direttamente proporzionali al volume del proprio corpo e non la capacità di esprimere logiche culturali. Io mi auguro che il sindaco Sulsenti non ceda alla piazza su una questione fondamentale: la partecipazione ai servizi a domanda proporzionalmente al reddito. Se salta questo principio non resta che andarsene a casa e aspettare che finalmente ci sia qualcuno che reintroduca a Pozzallo la parola “dovere”, concetto e termine prevalente rispetto al “diritto”. A.S.
sabato 3 ottobre 2009
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